Davanti al registro elettronico, sono molti gli studenti che si trovano a fare i conti con stati d’ansia, confusione e disorientamento. Questo accade non solamente al termine dell’anno scolastico, di fronte alle eventuali insufficienze.
Inizia prima, quando davanti ad uno schermo bidimensionale si trovano a guardare il quadro complessivo di verifiche, compiti, voti, assenze… tutto ben definito, suddiviso in tabelle, nero su bianco, schematico e asettico.
Disorientante per tutti quegli studenti alle prese con disturbi specifici dell’apprendimento per cui guardare quella tabella fitta di parole e numeri produce confusione, ma comunque carico di preoccupazioni e di ansie per tutti. Informazioni spesso non accompagnate da una relazione e da un dialogo, senza un corpo, senza uno sguardo pronto a cogliere la domanda inespressa, il dubbio, la difficoltà. Spesso il voto, la valutazione, viene vista dai ragazzi in solitudine, nella loro stanza, senza alcuna relazione che sostenga, nutra, spieghi, veicoli, consenta di cogliere l’importanza, il valore, il senso.
La distanza emotiva, affettiva, relazionale, che il registro elettronico può alimentare, se non considerata, scambiata per obiettività, lascia i giovani senza il nutrimento essenziale del valore. Questo valore che sostiene la motivazione. Il valore di ciò che si fa, che affonda le proprie radici in profondità, nel valore che si ha di se stessi e nella fiducia nelle proprie capacità.
Chiedo spesso agli insegnanti di comunicare a voce e singolarmente i voti, trovare il tempo di un dialogo, della relazione, dell’incontro vero, reale, affettivo, unico mezzo attraverso cui agli studenti possa arrivare il valore del sapere, della conoscenza, dello studio, il valore della scuola. Così imparano e impariamo il valore di noi stessi, attraverso il valore che ci arriva dagli altri, che sentiamo dagli altri attribuito a noi. E impariamo ad avere fiducia nel nostro valore.
Gli insegnanti ne sono i rappresentanti preziosi della trasmissione di questo valore. E’ lì, nel momento di relazione, di dialogo, di attenzione e di presenza che si svolge tutto quanto serve affinché la scintilla della motivazione prenda corpo e sprigioni il suo potenziale.
Non possiamo esimerci da un momento così essenziale, fondante, costitutivo del significato della trasmissione di sapere e conoscenza. Il valore è un seme che va continuamente curato dentro ciascuno di noi. Non possiamo e non vogliamo esimerci, noi adulti, perché perderemmo noi per primi il valore del nostro ruolo. in segnare = lasciare il segno
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